IPOTIROIDISMO

Carenza di Iodio e Selenio

GENERALITA'

 

Ogni giorno si presentano in Farmacia molte persone, soprattutto donne, che soffrono di ipotiroidismo: ll farmaco utilizzato come cura è la classica levotiroxina. L'ipotiroidismo è molto diffuso e sottodiagnosticato: ho conosciuto soggetti ipotiroidei curati con antidepressivi per errore diagnostico.

 

In questa sezione fornirò dei consigli a coloro che utilizzano la levotiroxina per trattare l'ipotiroidismo, in particolare quello di natura autoimmune (Hashimoto). Tali consigli li rivolgo anche a coloro che sono a rischio ipotiroidismo per predisposizione genetica.

 

Cominciamo col dire che la tiroidite autoimmune (come tutte le malattie autoimmuni) colpisce prevalentemente il sesso femminile, con un rapporto di circa 5 a 1 rispetto all'uomo; si manifesta tra i 30 e 60 anni di età, ed è la causa principale di ipotiroidismo.

 

All'inizio della malattia si può verificare un periodo di ipertirodismo (per riversamento in circolo delle riserve di T4) che inesorabilmente si conclude con ipotiroidismo conclamato, accompagnato dall'assunzione di levotiroxina, con un graduale aumento del dosaggio, fino ad arrivare al classico 100mcg ed oltre.

 

La causa non è ancora stata chiarita dalla medicina convenzionale (come per tutte le patologie autoimmuni), ma potrebbe essere legata ad una infiammazione della tiroide causata da accumulo, nelle sue cellule, di acqua ossigenata (H2O2, perossido di idrogeno).

 

L' acqua ossigenata è necessaria per ossidare lo ioduro a iodio che viene poi incorporato nella tirosina, producendo quattro ormoni: T1, T2, T3 e T4. In questo contesto entra in gioco un minerale fondamentale, il Selenio, il quale è necessario sia per trasformare il T4 in T3 (forma attiva della levotiroxina, enzima coinvolto: 5-deiodinasi selenio dipendente), sia per tamponare l'eccesso di acqua ossigenata prodotta (enzima coinvolto: glutatione perossidasi selenio dipendente). Ecco che un soggetto ipotiroideo o a rischio di ipotiroidismo non può permettersi un carenza di Selenio con la dieta (condizione diffusa a causa delle colture intensive). Ricordo che anche molti metalli pesanti (come il mercurio e il piombo, presenti nei vecchi amalgami dentali) sono antagonisti del Selenio.

 

La tiroidite di Hashimoto, essendo una malattia autoimmune, può presentarsi associata ad altre patologie autoimmuni, come l'artrite reumatoide, l'artrosi psoriasica, la vitiligine, la rettocolite ulcerosa, il lupus, la gastrite autoimmune e la fibromialgia (considerata da alcuni autori di natura autoimmune).

 

La medicina tradizionale non fornisce ancora una spiegazione univoca sul motivo per il quale il nostro sistema immunitario cominci ad attacare le nostre cellule (self), non distinguendole da agenti infettivi (non-self), ma sicuramente si può affermare che sono "malattie del progresso", della civilizzazione, in quanto la loro incidenza era nettamente inferiore un paio di generazioni addietro.

 

Potremmo elencare un insieme di fattori di rischio:

-alimentazione squilibrata con assenza di micronutrienti ed anti-ossidanti (Selenio)

-disbiosi intestinale e conseguente Intolleranza Alimentare mediate da Anticorpi Classe G

-inquinamento ambientale (metalli pesanti, alogeni come il bromo, cloro e il fluoro)

-inquinamento elettromagnetico (uso eccessivo del cellulare, abitazioni vicine a cavi di altatensione)

-infezioni virali e da micoplasmi

-eccesso di aspartame e glutine nella dieta

consigli a coloro che assumono levotiroxina

Il nostro consiglio verte su TRE punti:

 

1) RIDURRE GLI ALIMENTI CHE POSSONO CAUSARE DISBIOSI INTESTINALE

Se l'intestino, a causa di una mucosa troppo permeabile definita "colabrodo", consente il passaggio in circolo di alimenti indigeriti e di tossine, si innesca una reazione infiammatoria cronica che può protrarsi nel tempo ed innescare patologie autoimmuni.

 

Gli alimenti che possono causare disbiosi sono:

-LATTE E DERIVATI : la caseina indigerita altera la permeabilità intestinale

-ZUCCHERI E CEREALI RAFFINATI : possono causare disbiosi fermentativa

-CARNE ROSSA E BIANCA NON BIOLOGICA : possono favorire disbiosi putrefattiva

 

Togliere i latticini non è impresa semplice poiché sono presenti in numerosi alimenti: burro, formaggi, cioccolata, panna, siero di latte, creme, etc.

Potenzialmente questi prodotti possiamo trovarli in torte, cialde, pane, pizza, sugo, zuppe, salse, snacks, budini, yogurt, gelati, etc.

Consigliamo di sostituire il latte vaccino con latte di riso, di soia, di cocco, di patata, di capra o di pecora, di bufalo o avena. Tofu al posto dei formaggi e Tahina al posto del burro. Il calcio e vitamina D li troviamo nell'olio di fegato di merluzzo.

 

2) INTEGRAZIONE DI IODIO DA ALGA BRUNA

Studi recenti effettuati negli USA dalla NHANES dimostrano che, negli ultimi 30 anni, i livelli di iodio sono diminuiti del 50%. Contemporaneamente le malattie autoimmuni a danno della tiroide sono aumentate bruscamente. Questo ci porta a concludere che non sia lo iodio a causare tali patologie, ma piuttosto una sua carenza.

 

Le cause principali della carenza di iodio possono essere:

- la dieta moderna, a base di alimenti "privi di vita", a causa dei sistemi di conservazione

- l'esposizione agli alogeni (bromo, cloro, fluoro), sostanze gozzigene che competono con lo iodio, aumentandone il fabbisogno

- colture intensive che demineralizzano gli alimenti

- iodio radioattivo nell'ambiente

 

Se prendiamo come esempio il Giappone, i cui abitanti consumano massicce quantità di Alghe, ricche di iodio, si rileva che l'incidenza di patologie al seno, utero, ovaie e prostata è decisamente inferiore alla nostra. Questi organi hanno la caratteristica comune di accumulare iodio. Ecco dimostrata l'importanza dello iodio nella dieta.

 

Il nostro consiglio è quello di integrare 150 microgrammi di Iodio al giorno, quantità che rispetta l'RDA attuale, del tutto lontana da rischi di sovradosaggio. L' Alga Bruna è fonte naturale di Iodio e garantisce un ottimo assorbimento intestinale.

 

3) SELENIO : OLIGOELEMENTO INDISPENSABILE 

Il Selenio è un oligoelemento fondamentale per il funzionamento di due Enzimi Tiroidei:

a) la Deiodinasi: trasforma l'ormone T4 (poco attivo) in T3 (molto attivo)

b) la Glutatione perossidasi: rimuove l'eccesso di acqua ossigenata utilizzata dalla tiroide per incorporare lo iodio negli ormoni tiroidei

 

In sintesi, il Selenio protegge la tiroide dallo stress ossidativo e partecipa all'attivazione degli ormoni tiroidei. In questo contesto, un integratore che apporti 83 mcg di selenio al giorno garantisce il mantenimento dei livelli fisiologici nell'organismo.

 

AVVISO

I contenuti di questa monografia sono concepiti esclusivamente a fini informativi ed educativi. L'autore non esprime direttamente e/o indirettamente avvisi medici, né prescrive alcun rimedio, né si assume responsabilità su chi deciderà di auto-curarsi. Le informazioni date non intendono sostituire prescrizioni del medico al quale spetta qualsiasi indicazione e prescrizione terapeutica.